Cina, banca centrale svaluta yuan dopo deboli dati macro

Un investitore controlla il suo smartphone, alle spalle il tabellone elettronico con l'andamento dell'azionario cinese, a Hangzhou, provincia di Zhejiang. REUTERS/Stringer

SHANGHAI (Reuters) - La Cina ha svalutato lo yuan dopo che una serie di dati macroeconomici si sono rivelati deludenti, in particolare la contrazione delle esportazioni a luglio, portando la moneta verso i minimi di quasi tre anni. La banca centrale cinese ha descritto l'operazione come una "svalutazione one-off" di quasi il 2%. Il punto medio della banda di fluttuazione autorizzata per lo yuan è stato infatti abbassato a 6,2298 per dollaro, rispetto al 6,1162 della chiusura di ieri. "Dal momento che il commercio di beni continua a registrare delle eccedenze relativamente importanti, il tasso di cambio effettivo reale dello yuan è ancora relativamente forte in confronto a quello di altre valute e si sta allontanando dalle previsioni del mercato", spiega la banca in una nota. "E' quindi necessario migliorare ancora la determinazione del punto medio dello yuan per rispondere ai bisogni del mercato", prosegue il comunicato. Secondo gli economisti la tempistica fa però pensare che la decisione sia stata presa anche per aiutare gli esportatori. La Cina gestisce il tasso di cambio dello yuan fissando un punto medio ufficiale intorno alla quale la moneta può variare ogni giorno di più o meno il 2%. Negli ultimi mesi questa volatilità è quasi scomparsa e gli operatori sospettano che la banca centrale e le grandi banche abbiano sostenuto lo yuan contro le pressioni ribassiste. Dopo l'annuncio, il prezzo dello yuan ha toccato il valore più basso da settembre 2012. Un ribasso del 2% del valore dello yuan è enorme per gli standard cinesi. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia